Festa dei sacerdoti

Il Giovedì Santo oltre a essere il giorno dell’istituzione dell’Eucarestia, è anche la festa di tutti i sacerdoti e la festa in cui siamo chiamati a pregare per loro. Ecco perché facciamo gli auguri, in particolare ai sacerdoti della Comunità Oratoriana della Garbatella e chiediamo a tutti i parrocchiani di pregare per loro. Riportiamo inoltre un testo meraviglioso, scritto da Sant’Annibale Maria Di Francia, l’Apostolo della preghiera per le vocazioni.

“Ad un medesimo parto gemello di amore, là nell’ultima cena, nacquero dal suo infiammato cuore questi due sacramenti: l’Eucaristia e il sacerdozio. La carità nel suo più grande trasporto produsse il primo; la carità nel suo fervente zelo produsse il secondo. Sono e saranno inseparabili l’uno dall’altro. Non si può concepire l’Eucaristia senza il sacerdozio; non vi è reale sacerdozio senza l’Eucaristia. Gesù Cristo in sacramento è la vita della Chiesa: quando Gesù in sacramento è obliato, non è amato, è miscreduto, non è ricevuto in cibo, allora la Chiesa languisce nei suoi membri: essa è qua e là inferma! Ma chi può riparare alla dimenticanza di Gesù in sacramento?

Chi ne propaga le glorie?

Chi ne dimostra l’infinito amore?

Chi eccita i cuori ad amarlo?

A desiderarlo?

Chi rintuzza gli errori, che vorrebbero opprimerlo?

È il sacerdote cattolico! E’ lui, solamente lui, esclusivamente lui! Egli crea l’Eucaristia, se così mi è lecito esprimermi. Egli genera Gesù alla vita sacramentale. Egli prepara a Lui una plebe perfetta. Vi sono anche apostoli di buone opere di carità, che non sono sacerdoti, ma essi attingono la grazia di operare il bene ai piedi di quell’altare, dove il sacerdote ha immolato la divina Vittima, dove l’ha rinchiusa nel santo Tabernacolo.

La SS. Eucaristia comunica al sacerdozio, e per mezzo del sacerdote ad ogni fedele, la inesauribile fecondità di tutte le buone opere private e pubbliche. Ciò posto, azzardo timidamente il mio povero parere, che non si possa meglio onorare la SS. Eucaristia, che non si possa meglio corrispondere ai sublimi fini di tanto sacramento, che ottemperando a quella divina esortazione: «Rogate ergo, Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam» (Pregate il Padrone della Messe perché mandi operai nella sua messe).

Convengo che non sta qui il tutto, ovvero che non è col solo pregare che si provvede di sacerdoti l’altare, e che ci vuole anche l’opera. Ma ciò che significa?

Forse superficialmente avrà detto il S. N. G. C. «La messe è copiosa, ma gli operai sono pochi, pregate dunque il Padrone della messe, che mandi gli operai alla sua messe»?

E che vale l’opera senza la preghiera? E non lavorarono inutilmente quelli che vollero edificare la casa, se Iddio non la edifica? Omne datum optimum et omne donum perfectum, desursum est, descendens Patre luminum, ha scritto l’Apostolo S. Giacomo. Se dunque si vogliono buoni ministri dell’altare, vocazioni sante di eletti operai della mistica messe, è indispensabile la preghiera, è indispensabile ubbidire a quella divina parola.

MANDA O SIGNORE SACERDOTI SANTI NELLA TUA CHIESA E DONA PERSEVERANZA AI TUOI ELETTI.”

31 marzo 2021, vincenzo-lioi