NUTRIRE LA FEDE- Liturgia domestica- MESE MARIANO

Suggerimenti per lettura, riflessione e preghiera personale e famigliare, a cura dell’Equipe Parrocchiale

LA MADONNA NELLA NOSTRA CHIESA

La Madonna del Rosario
Come ci hanno insegnato al catechismo sin da piccoli, entrando in chiesa dobbiamo cercare con lo sguardo e con il cuore Gesù Eucarestia nascosto per noi nel tabernacolo, che aspetta il nostro saluto. Egli è lì nella cappella a sinistra dell’altare, non ci possiamo sbagliare: la lampada in alto accesa ci segnala la sua presenza e le decorazioni della porta indicano che è quella la Cappella del Santissimo Sacramento.

Entro per un breve saluto … c’è Gesù Eucarestia esposto sotto le specie del pane e del vino … prego: “Ti adoro devotamente, Dio nascosto, che sotto questi segni a noi ti celi …” e mi intrattengo per più tempo … Involontariamente guardo sulla parete a destra dell’altare il quadro della Madonna del Rosario, definita così perché la Madonna offre la corona del rosario a S. Caterina da Siena e Gesù Bambino a San Domenico di Guzman. Il dipinto non mi entusiasma ma mi incuriosisce la presenza di questi due santi, famosi per la loro devozione a Maria. Il Santo Fondatore e la donna che volle a tutti costi appartenere all’ordine da lui fondato: l’ordine dei domenicani. Probabilmente fu tale Ordine, che commissionò il quadro per onorare l’apparizione nel 1212 a S. Domenico della Vergine Maria, che gli aveva consegnato la corona del rosario, quale arma efficace per debellare l’eresia albigese (eresia dei catari, diffusa nella zona di Albi in Francia in contrasto con le verità di fede della dottrina della Chiesa cattolica), e per promuovere la devozione al rosario per la conversione dei non credenti e la salvezza dei peccatori, come ghirlanda di rose da offrire alla Madonna.
Immagine nota e popolare, è la stessa della tela che Bartolo Longo (un anticlericale convertito) pose alla venerazione del popolo nel Santuario di Pompei nel 1876.
La corona del rosario … è un invito a metterci alla scuola di Maria … come ha scritto Giovanni Paolo II nella lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae: “(…) Il Rosario … è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore (…)”.
Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo che è innanzitutto un ricordare. … le opere compiute da Dio nella storia della salvezza. … per “imparare Lui”. Ma quale maestra, in questo, più esperta di Maria? Se sul versante divino è lo Spirito il Maestro interiore che ci porta alla piena verità di Cristo (cfr. Gv 14, 26; 15, 26; 16, 13), tra gli esseri umani, nessuno meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come la Madre può introdurci a una conoscenza profonda del suo mistero. Conformarsi a Cristo con Maria … come dice … il beato Bartolo Longo: «conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la Comunione».
Bartolo Longo Apostolo del Rosario. Faccio volentieri mie le parole toccanti con le quali egli chiude la celebre Supplica alla Regina del Santo Rosario:
«O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo».

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IV DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

LA DOMENICA DI GESÙ BUON PASTORE
ANTIFONA (Sal 32,5-6)
Della bontà del Signore è piena la terra; la sua parola ha creato i cieli. Alleluia.
LETTURE: At 13, 14. 43-52; Sal 99;Ap 7, 9. 14-17; Gv 10, 27-30
Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
“La Quarta Domenica del Tempo di Pasqua è caratterizzata dal Vangelo del Buon Pastore che si legge ogni anno. … «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola» (10,27-30). In questi quattro versetti c’è tutto il messaggio di Gesù, c’è il nucleo centrale del suo Vangelo: Lui ci chiama a partecipare alla sua relazione con il Padre, e questa è la vita eterna.
Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nell’intima comunione. Per esprimere questa intesa profonda, questo rapporto di amicizia Gesù usa l’immagine del pastore con le sue pecore: lui le chiama ed esse riconoscono la sua voce, rispondono al suo richiamo e lo seguono.
La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte.
Invochiamo l’intercessione di Maria che è la Donna del “sì”. Maria ha detto “sì”, tutta la vita! Lei ha imparato a riconoscere la voce di Gesù fin da quando lo portava in grembo. Maria, nostra Madre, ci aiuti a conoscere sempre meglio la voce di Gesù e a seguirla, per camminare nella via della vita! …”
(Papa Francesco, REGINA CAELI, IV Domenica di Pasqua, 21 aprile 2013)
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Per chi vuole approfondire può cercare e scaricare sul sito www.vatican.va i testi integrali del Regina Coeli, (Papa Francesco, III Domenica di Pasqua, 14 aprile 2013) e della Lettera Apostolica ROSARIUM VIRGINIS MARIAE ed i punti 2007-2024 (La preghiera cristiana) Catechismo Chiesa Cattolica

 

7 maggio 2022, annabellanecchi