NUTRIRE LA FEDE – Liturgia domestica- MESE MARIANO

A cura dell’Equipe Parrocchiale

PARROCCHIA S. FILIPPO NERI IN EUROSIA
Via delle Sette Chiese 103

LA MADONNA NELLA NOSTRA CHIESA
La Mater Ecclesiae
Entrando nella nostra chiesa parrocchiale dalla navata centrale lo sguardo viene attratto dai colori accesi e gioiosi dell’affresco dell’abside, opera del pittore Amedeo Angilella (1977), ma viene colpito da una figura oscura raffigurata nella parte superiore: la Madonna, sotto il titolo di Mater Ecclesiae.
A molte persone non piace … troppo scura … mette paura …
Ma … se si sta un po’ di tempo seduti a pregare nella navata centrale … e poniamo lo sguardo su questa figura che ci sovrasta, non possiamo che esclamare: Madre mia prega per me! prega per la tua Chiesa!
Osservandola bene … a prescindere da quello che ha voluto rappresentare l’artista e che è riportato nei quadri appesi sulla parete della navata laterale destra … la sua raffigurazione richiama alla mente altre rappresentazioni ricche di significato.
La posizione seduta ricorda la Madonna in Trono del mosaico dell’abside della Basilica Papale di S Maria Maggiore, celebrata come la Theotòkos (la Madre di Dio), definita tale nel Concilio di Efeso (431), vista anche come Chiesa Madre.
Il manto con le braccia allargate, rievoca la Madonna del Manto o della Misericordia molto diffusa nei dipinti tardo-medioevali. Tema ereditato da una credenza dell’epoca medievale, detta “protezione del mantello”, che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiuto. Esse davano simbolicamente un riparo sotto il proprio mantello. E’ la Madonna del Manto o della Misericordia che, come Genitrice della Chiesa, raccoglie, custodisce e protegge sotto il suo mantello il popolo di Dio … come recita l’antica preghiera del Sub tuum praesidium (II-III secolo d.C): “Sotto la tua protezione troviamo rifugio santa Madre di Dio non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta”.
La luce gialla ricorda l’oro dei mosaici bizantini, dove l’oro non è colore ma simbolo di eterno, quella eternità che è alla base del messaggio cristiano.
Le nuvole gialle attorno fanno pensare a quelle soventemente raffigurate nella Sacra Scrittura per indicare il mistero che avvolge la verità divina. “Il trono dell’Altissimo – dice l’Ecclesiastico – è in una colonna di nubi, perché Dio dimora, relativamente a noi, in un insondabile mistero” (Sir 24,4). Le nuvole, velando la luce del sole, ricordano al nostro spirito il mistero che circonda le cose sante; nello stesso tempo diffondono sulla terra la pioggia e la fecondità, ma trasmettono anche i raggi del sole dei quali sono penetrate. Così la luce divina che avvolge la Madonna e che Lei stessa riflette trasmette i suoi raggi attraverso le nuvole fino a irradiare la vita di S. Filippo Neri e la Chiesa sottostante rappresentata nella parte inferiore dell’abside, Chiesa delle Basiliche Papali, Chiesa dei tempi di S Filippo Neri, Chiesa della nostra comunità parrocchiale di ieri e quella di oggi, formata da noi che partecipiamo alla liturgia della Parola e dell’Eucarestia.
Maria, Madre della Chiesa, custodiscici sotto il tuo manto. Grazie!
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1 maggio 2022

III DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

ANTIFONA (Sal 65,1-2)

Acclamate al Signore da tutta la terra,
cantate un inno al suo nome, rendetegli gloria, elevate la lode.Alleluia

LETTURE: At 5, 27b-32. 40b-41; Sal 29; Ap 5, 11-14; Gv 21, 1-19

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

“Vorrei soffermarmi brevemente sulla pagina degli Atti degli Apostoli che si legge nella Liturgia di questa Terza Domenica di Pasqua. Questo testo riferisce che la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme riempì la città della notizia che Gesù era veramente risorto, secondo le Scritture, ed era il Messia annunciato dai Profeti. I sommi sacerdoti e i capi della città cercarono di stroncare sul nascere la comunità dei credenti in Cristo e fecero imprigionare gli Apostoli, ordinando loro di non insegnare più nel suo nome. Ma Pietro e gli altri Undici risposero: « Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù … lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore… E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo» (At 5,29-32). Allora fecero flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, così dice la Scrittura, «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù» (v. 41).
Questa storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi: quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità.
“…Pregando insieme il Regina Caeli, chiediamo l’aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto.”.

(Papa Francesco, REGINA CAELI, III Domenica di Pasqua, 14 aprile 2013)
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Per chi vuole approfondire può cercare e scaricare sul sito www.vatican.va i testi integrali del Regina Coeli, (Papa Francesco, III Domenica di Pasqua, 14 aprile 2013) e dell’ Omelia di Papa Benedetto XVI, Vigevano Omelia Sabato, 21 aprile 2007 ed i punti 963-975 (Maria Madre di Cristo Madre della Chiesa) Catechismo Chiesa Cattolica

1 maggio 2022, annabellanecchi