XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Il Vangelo, esperienza di reciprocità e dono

Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. Marco 6,7-13

Perché Gesù ordina ai suoi apostoli di «non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Marco 6,8-9)? Qui la ragione principale non è un allenamento a una vita di povertà, né di praticare qualche forma di vita ascetica o di penitenza. Gesù, all’inizio della sua missione, sta creando un nuovo tipo di uomo e quindi di comunità.

I cristiani all’inizio erano chiamati “quelli della via”, quelli che camminavano lungo le strade. La sua comunità era una comunità mobile, una sequela, un camminare dietro, un ritornare “arameo errante”. E quando si cammina molto e il camminare è la condizione ordinaria di vita, la scelta dell’abbigliamento e dell’equipaggiamento è essenziale. Come sappiamo anche noi quando dobbiamo iniziare un lungo viaggio o un pellegrinaggio, è bene portare solo l’essenziale; e più il viaggio è lungo, più essenziali bisogna diventare, altrimenti il viaggio si appesantisce e magari non riusciamo a terminarlo. Perché un lungo viaggio sia sostenibile occorre portare solo l’essenziale, non il superfluo.

Il viaggio degli apostoli era qualcosa di simile: l’essenziale che portavano era l’annuncio di una parola diversa. Non partivano, come i mercanti, per vendere e comprare, non erano soldati, non erano lavoratori stagionali. L’essenziale era dunque una solo tunica, non la seconda. Non dovevano portare neanche il pane, neanche il denaro. Forse solo l’acqua, quella davvero essenziale. Non portavano il pane perché il Dio biblico provvede al pane quotidiano, come aveva fatto nel deserto, e come continua a fare con i suoi “operai” che hanno diritto al loro salario.

CONDIZIONE DI DIPENDENZA.

Forte l’imperativo a non portare neanche denaro, che è alla base del carisma di san Francesco, che per imitare questa dimensione dell’apostolato proibì ai suoi frati di portare denaro nel loro mendicare (nei lunghi viaggi i frati dovevano portare con loro qualche ragazzo, che poteva portare il denaro per i bisogni essenziali). Queste richieste dell’apostolato creano una condizione di dipendenza dagli altri, che è forse il messaggio più importante. Se non hai casa, se non hai con te né pane né soldi, per vivere hai bisogno dell’ospitalità di qualcuno che ti accoglie e ti sfama. Il messaggio cristiano è allora essenzialmente un’esperienza di reciprocità: gli apostoli portano l’annuncio del Vangelo, il vero tesoro, e ricevono un giaciglio e un tozzo di pane.

Questa reciprocità di beni materiali è parte dell’esperienza dell’apostolo, e se manca non può, né deve, annunciare il Vangelo: «Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro» (6,11). Perché se chi deve ricevere l’annuncio del Vangelo non si pone da subito in un atteggiamento di accoglienza e di dono, non può capire quel Vangelo annunciato. Il Vangelo dell’amore si apre a chi è già nell’amore. Altrimenti è un tesoro buttato via. Chi annuncia il Vangelo sa che il primo dono che può fare a chi ascolta è donargli la possibilità di donare, per poter ricevere e capire.

 

Continua a leggere l’articolo di Luigino Bruno su FamigliaCristiana.it

8 luglio 2021, annabellanecchi