NUTRIRE LA FEDE- Liturgia domestica- MESE MARIANO

A cura dell’Equipe Parrocchiale

LA MADONNA NELLA NOSTRA CHIESA
La Madonna dell’Immacolata Concezione

Inizio a recitare il S. Rosario … con l’enunciazione del singolo mistero chiedo luce allo Spirito Santo per contemplare Cristo e mi affido al Padre nostro per viverlo in sintonia con tutta la Chiesa e a Maria per ripercorrere la sua vita … per capirne il messaggio.
La recita dell’Ave Maria, ripetuta dieci volte per ogni mistero, mi invita a soffermarmi sulle parole del saluto dell’Angelo Gabriele: “Ave o Maria, piena di grazia, il Signore e con te”.
Riflettendo … mi convinco che l’atteggiamento di fondo richiesto per la recita del Rosario è la gioia, il rallegrarsi con Maria per il misterioso piano salvifico di Dio nei suoi riguardi che, con la meditazione dei misteri della vita di Cristo, si estende ad un rallegrarsi per tutta la storia della Salvezza, anzi, in un certo modo, per la storia stessa del mondo. … “Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion, ‘buona notizia’, che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.” (Rosarium Virginis Mariae)
«La pienezza di grazia indica tutta l’elargizione soprannaturale, di cui Maria beneficia in relazione al fatto che è stata scelta e destinata ad essere Madre di Cristo». (Enciclica Redemptoris Mater)
“ ….la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in considerazione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è una dottrina rivelata da Dio, e dev’essere, per questa ragione, fermamente e costantemente creduta da tutti i fedeli”. (Pio IX, Bolla Ineffabilis -dogma dell’Immacolata Concezione – 1854)
Tale dogma mi fa ricordare della statua della Madonna che, per diversi anni esposta all’interno della nostra chiesa, si presentava ai nostri occhi raffigurata secondo il classico modello iconografico dell’Immacolata Concezione:
– con le mani giunte, in atteggiamento di preghiera, perché Dio l’ha predestinata “avvocata di grazia e modello di santità” per il suo popolo;
– bella, con i capelli lunghi sciolti, in un abito bianco ricoperto del manto blu perché figura della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga: il bianco allude alla purezza umana, il blu all’elezione celeste che avvolge e sublima ciò che è umano. Maria ha trovato grazia presso Dio, è la “piena di grazia”;
– sul capo una corona di dodici stelle: dodici, il numero dei figli di Giacobbe e degli apostoli, delle tribù d’Israele e delle chiese – Maria è la ‘vergine figlia di Sion’, è la “domina Ecclesia”, adombrata nel libro dell’Apocalisse (Ap 12,1-2)
– con la luna sotto i suoi piedi perché, mentre il sole brilla di fulgore proprio ininterrotto, la luce riflessa della luna cresce e decresce, simbolo della natura umana soggetta al peccato (per mezzo di Maria, in Cristo, Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati)
– sotto i piedi di Maria c’è il serpente – come ci ricorda il libro della Genesi (Gen 3,15). – Maria è la nuova Eva, colei del quale Dio intimò al serpente: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Che mistero grande è racchiuso in te Maria! Prima della creazione del mondo, prima dell’altra Eva, prima del serpente, prima del peccato, nel cuore di Dio si concepisce un piano e contemporaneamente si concepisce una persona, una donna senza macchia, libera, capace di dire di sì al piano: Maria Immacolata.
Ora comprendo la decisione presa dai Padri di esporre la statua di cui si parla solo nel tempo liturgico proprio, perché non ci si può abituare a guardarla, senza soffermarsi a riflettere sulla portata del mistero che vuole rappresentare.

V DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

ANTIFONA (Sal 97,1-2)

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.

LETTURE: At 14, 21-27; Sal 144; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-33. 34-35

Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

“Il Vangelo di oggi ci conduce nel Cenacolo per farci ascoltare alcune delle parole che Gesù rivolse ai discepoli nel “discorso di addio” prima della sua passione. Dopo aver lavato i piedi ai Dodici, Egli dice loro: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Ma in che senso Gesù chiama “nuovo” questo comandamento? …
Allora, quale è la novità di questo comandamento che Gesù affida ai suoi discepoli? Perché lo chiama “comandamento nuovo”? L’antico comandamento dell’amore è diventato nuovo perché è stato completato con questa aggiunta: «come io ho amato voi», «amatevi voi come io vi ho amato». …. Ripensando alla passione e all’agonia di Cristo, i discepoli compresero il significato di quelle sue parole: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». …
Dandoci il comandamento nuovo, Egli ci chiede di amarci tra noi non solo e non tanto con il nostro amore, ma con il suo, che lo Spirito Santo infonde nei nostri cuori se lo invochiamo con fede. . …. L’amore di Gesù ci fa vedere l’altro come membro attuale o futuro della comunità degli amici di Gesù; …
La Vergine Maria ci aiuti, con la sua materna intercessione, ad accogliere dal suo Figlio Gesù il dono del suo comandamento, e dallo Spirito Santo la forza di praticarlo nella vita di ogni giorno”.
(Papa Francesco, REGINA CAELI, V Domenica di Pasqua, 19 maggio 2019)
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Per chi vuole approfondire può cercare e scaricare sul sito www.vatican.va i testi integrali del Regina Coeli, della Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, dell’Enciclica Redemptoris Mater e della Bolla Ineffabilis ed i punti 490-511 del Catechismo Chiesa Cattolica

 

15 maggio 2022, annabellanecchi